A caccia del mio primo Gallo Forcello - C&C Hunting | Outdoor Innovation

Questo è il racconto del mio primo Gallo Forcello, dedicato a tutti gli appassionati di caccia alla ferma alpina.

Sono le 22:00 di martedì e non riesco a prendere sonno, continuo a rigirarmi nel letto pensando continuamente al suono della sveglia, per dare inizio ad una nuova giornata di caccia.

Domenica si sono aperte le danze alla tipica Fauna Alpina, ma la tensione e l’emozione della prima volta hanno giocato un brutto scherzo al sottoscritto.

Ecco, il fatidico suono, in un attimo sono pronto, carico tutto l’occorrente nel furgone, prendo il cane che è già sull’attenti che mi aspetta e vado a prendere il mio socio.

Il viaggio in macchina è un continuo scambio di opinioni, sensazioni e tattiche di giornata, così da far passare velocemente l’ora di viaggio che ci divide dai Monti.

Parcheggiato il furgone, ci prepariamo di tutto punto, accendiamo la frontale e iniziamo a salire.

I rumori delle prime luci del giorno ci avvolgono, ed è un’emozione fantastica ascoltare il risveglio della Montagna.

Arrivati in quota, al primo chiarore non riesco più a resistere e sgancio Frenk il mio setter inglese, lancio uno sguardo al mio socio e si parte alla ricerca del Diavolo Nero, il Gallo Forcello.

La mattinata inizia bene, Frenk da Montanaro Puro ispeziona la montagna con avidità e mentalità e io con occhio attento faccio attenzione ad ogni sua mossa.

Ad un certo punto mi accorgo che era da un po’ che non rientrava, all’improvviso sento il suono del beeper in lontananza, quasi impercettibile.

Lo localizzo sul palmare grazie al collare satellitare e mi incammino.

Arrivo sul cane con un fiatone esagerato, era andato a fermare in un costone ripidissimo.

Guardo il cane, e dalla sua espressione mi accorgo che aveva il selvatico, lo faccio guidare, risale di 15 metri e si blocca nuovamente.

All’improvviso un grande fragore… eccolo… era lui, lascio andare una sola fucilata e si butta nel vuoto, non ero sicuro di averlo preso, ma Frenk era sparito dalla mia vista.

Ad un tratto lo vedo salire in mezzo ai rododendri con il Forcello in bocca.

Quando arrivò da me, lasciai andare un urlo di gioia che rimbombò in tutta la montagna, abbracciai il mio socio, che nel frattempo mi aveva raggiunto e non ci fu bisogno di dire nulla, bastò uno sguardo per capirci.

Quello fu il mio primo Gallo!!!

Dopo averlo ammirato più e più volte e riposto con cura nello zaino, prendemmo la via del ritorno, con il cuore pieno di gioia e di orgoglio ma anche di rispetto per ‘Le Vieux Tetrax‘ come lo chiamano i nostri cugini d’oltralpe.

Prima di imboccare il sentiero, mi girai verso la cresta della Montagna e ancora incredulo e con le gambe tremolanti ringraziai per il DONO ricevuto.

Era l’inizio della mia avventura da ‘Montanaro‘.

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