Caccia in Sicilia vittima di un estremismo ambientalista - C&C Hunting | Outdoor Innovation

È come l’anno scorso sul mare col pattino…”

Così è scritto il testo di una canzone intramontabile e queste parole si ripercuotono nella mente dei siciliani ogni anno al cominciar delle ferie.

Non parlo di ombrelloni e spiagge, ma della stagione venatoria siciliana che ogni anno comincia con la stessa musica!

Pubblicazione del calendario venatorio, quest’anno a dire il vero pubblicato ancor prima dello scadere dei termini e ricco di postille a corredare motivazioni per consentire la caccia a questa o quella specie, poi ricorso al TAR da parte delle associazioni ambientaliste e successiva sentenza del TAR che sospende il calendario.

Tre passaggi che detti così sembrano semplici, si! Sono semplici per le associazioni ambientaliste che in un fiat si riuniscono ed insieme presentano un unico ricorso e puntualmente vincono, noi cacciatori invece con ben 18 associazioni venatorie ci ritroviamo solo con alcune che si riuniscono cercando di difendere il fortino di prendere il toro dalle corna, altre, invece, restano a guardare la scena pronte eventualmente a salire sul carro dei vincitori o a restare seduti e guardare il morto, insomma nulla a che vedere con l’unità di intenti. Per fortuna quando il “morto” è quasi tumulato e quando i cacciatori sono quasi in rivolta si intravede un barlume di unità d’intenti.

Il problema non sta qui, il vero nodo da sciogliere è il pensiero alla siciliana maniera “tanto poi sistemiamo tutto” , “meglio avere il politico amico che nemico”, “otterremo qualcosa anche da un’amministrazione dormiente”

…NO! Questo è il tempo di dire “questa cosa si deve fare perché è un diritto e non ho alcun bisogno dell’amico dell’amico che risolva”, abbiamo le forze per farlo, abbiamo, per fortuna, poche associazioni venatorie, le conto sulle dita di una mano, che spendono il loro tempo lottando veramente per ottenere questo da una Regione che non fa nulla per il nostro mondo, ma, al contrario, è pronta ad aprire le casse quando ad agosto 15.000 cacciatori pagano i bollettini postali.

Dobbiamo pretendere che la Regione spenda i nostri soldi per lo scopo per cui sono stati versati e che non vengano più inseriti nel bilancio comune.

Le nostre tasse sono tasse di scopo e per tanto devono essere usate.

Parlo di censimenti, studi e quant’altro possa permettere di sviluppare un calendario venatorio degno di questo nome e sopratutto capace di reggere gli attacchi di un mondo ambientalista radical-chic che riesce ogni anno a raschiare e ottenere risultati un pò dalla testa e un pò dalla coda.

Insomma dobbiamo pensare come i motociclisti, guardare alla prossima curva e non gioire perché siamo rimasti in piedi, per il rotto della cuffia, in quella appena affrontata, presente e futuro senza cullarsi di un passato non proprio roseo.

Dobbiamo lottare per ottenere, da chi ci governa, la serenità di un calendario venatorio veramente inattaccabile tanto da permetterci di cantare “sul mare col pattino vedremo gli ombrelloni, degli ambientalisti, lontano, lontano e nessuno ci vedrà vedrà vedrà”.

 

Antonino Simone

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